In un intervento pubblicato su “L’Espresso”, Gianni Prandi, fondatore di Assist Group, ha evidenziato il peso di uno strumento democratico come il referendum per far affrontare nuovi temi di discussione in politica e ha rimarcato l’importanza di una campagna informativa su quelli che si terranno l’8 e 9 giugno.
Gianni Prandi sull’importanza del referendum in una democrazia
Il fondatore di Assist Group Gianni Prandi ha scritto un articolo sull’importanza di uno strumento quale il referendum per il mantenimento della libertà all’interno della nostra democrazia e della Costituzione, “complessa come il meccanismo di un orologio che riesce a funzionare soltanto bilanciando pesi e contrappesi, ma progettata guardando ai tempi futuri”. Referendum come quelli che si terranno il prossimo 8 e 9 giugno rappresentano uno strumento per i cittadini di “sciogliere i nodi irrisolti e obbligare la classe politica ad affrontare nuovi temi di discussione”, ha sottolineato Gianni Prandi. Un’occasione per “cambiare direttamente le cose, scavalcando la mediazione dei partiti”.
Gianni Prandi: l’importanza di una maggiore informazione sui prossimi referendum dell’8 e 9 giugno
I prossimi referendum proposti dalla CGIL affrontano temi e problematiche importanti per il nostro Paese, come i licenziamenti e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Secondo Gianni Prandi, permane “un grande vuoto di informazione” sull’argomento che non consente ai cittadini di conoscere quali leggi i referendum vogliono abrogare, per questo “c’è bisogno di una grande campagna di promozione”. Sono cinque i referendum per cui i cittadini sono chiamati a votare, quattro di questi riguardano l’argomento del lavoro e affrontano: “L’abrogazione dei licenziamenti del Jobs Act, la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, l’eliminazione dell’uso indiscriminato dei contratti a termine, l’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro”, ha specificato. Il quinto, invece, dimezza da dieci a cinque gli anni di residenza per chiedere la richiesta di cittadinanza. Gianni Prandi ha poi ribadito come il referendum sia “l’unico strumento che permette di rimettere la volontà delle persone al primo posto e rianimare la democrazia”.