Diana Bracco: i valori e la resilienza della famiglia

Elio Bracco, fondatore del Gruppo Bracco, era un irredentista, così come il figlio, l’imprenditore Fulvio Bracco: la testimonianza di Diana Bracco, attuale Presidente del Gruppo.

Diana Bracco, Presidente del Gruppo Bracco, proviene da una famiglia di ferventi irredentisti. Oltre a fondare e far crescere una delle realtà imprenditoriali più iconiche di Milano, il nonno e il padre si prodigarono tanto per gli esuli istriani.

Diana Bracco

Diana Bracco: il ricordo di nonno Elio e papà Fulvio

Fu suo nonno Elio a fondare il Gruppo Bracco nella Milano del 1927. Originario dell’isola di Lussino, era un convinto irredentista che trasmise i propri valori al figlio Fulvio, nonché papà di Diana Bracco. Orgogliosa dell’impegno del padre nel supportare gli esuli istriani del campo profughi di Villa Reale, lo scorso 10 febbraio la Presidente del Gruppo ha assistito al commovente spettacolo “Il sentiero del padre”, realizzato nel Teatro Civico di Rho in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati. Furono decine gli italiani che tra il 1943 e il 1947 vennero imprigionati, fucilati e gettati nelle cavità carsiche dell’Istria e della Dalmazia, in seguito conosciute come foibe, ad opera dei partigiani comunisti di Tito. Nel “Giorno del ricordo”, che ricorre il 10 febbraio, vengono commemorate le vittime di questi tragici eventi. Esule istriano, Fulvio Bracco è stato un imprenditore di successo che ha contribuito allo sviluppo della città di Milano. “Papà è nato il 15 novembre 1909. La nostra famiglia, fortemente irredentista, fu condannata a non mettere più piede su quelle terre, Istria, Fiume e Dalmazia, andate nelle mani di Tito”, ha ricordato la Presidente del Gruppo Bracco.

Diana Bracco: l’Istria ha forgiato il carattere di mio padre come uomo e imprenditore

Fulvio riuscì a rimettere piede nella sua Neresine solo nel 1970. “Ritrovò i profumi e i colori che aveva abbandonato da ragazzino – ha sottolineato Diana Bracco L’Istria è selvaggia e battuta dal vento, ha rocce dure e aspre, ma vere. Ha dato un’impronta di fermezza e rigore anche a lui. Gli ha forgiato il carattere e donato le caratteristiche tipiche della generazione di pionieri dell’industria italiana, all’origine di grandi famiglie che hanno nomi prestigiosi”. Poi sposò Anita Coppini, una delle prime laureate in chimica e farmacia a Pavia. Tra le passioni di papà Fulvio, oltre a quella per il canottaggio, anche la musica. “E’ una delle forze della natura che unisce e non divide mai. La Scala esercitava un fascino enorme, era punto fermo a Milano: lui riuscì ad avere un invito dal dottor Calvi, che lo invitò sempre e gli lasciò il palco”. Una passione che è stata tramandata alle figlie. “Abbiamo finanziato molti progetti per la Scala. Era il modo di papà per restituire quel che Milano gli aveva dato”.

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