Claudio Riva, Presidente di Riva Forni Elettrici, ripercorre alcune delle tappe fondamentali della sua famiglia nel settore siderurgico, tra privatizzazioni e sviluppo industriale in Europa. Il percorso dei Riva si intreccia con la trasformazione dell’industria dell’acciaio e le sfide che ne hanno segnato l’evoluzione nel corso degli anni.
Claudio Riva: l’epoca delle privatizzazioni e il ruolo di Gruppo Riva
Negli anni ‘80, l’Unione Europea decise di ridurre l’output della produzione siderurgica e avviare un processo di privatizzazione. In Italia, uno dei passaggi chiave fu la cessione dello stabilimento di Cornigliano, un caso unico nel panorama europeo. Claudio Riva ricorda l’incontro con Romano Prodi, allora Presidente dell’Iri, al ristorante Savini di Milano, in cui vennero discusse le strategie per mantenere attivo l’impianto. “Entrammo nel consorzio per Cornigliano con una prima quota del 17 per cento. Alla fine, nel 1988, gli altri si chiamarono fuori. E rimanemmo solo noi”, spiega il Presidente di Riva Forni Elettrici. L’attenzione dei Riva si spostò poi su altri scenari europei. Negli anni ‘90, la famiglia acquisì due impianti vicino a Berlino, entrambi basati sulla tecnologia del forno elettrico, con ottimi risultati. L’esperienza tedesca attirò l’attenzione di Birgit Breuel, Presidente della Treuhandanstalt, l’agenzia incaricata delle privatizzazioni nell’ex DDR, che propose ai Riva un’acciaieria al confine tra Germania e Polonia. “Il sindacato IG Metall era contrario a una proprietà solo italiana – racconta Claudio Riva – Parlammo con i nostri partner del Belgio, dove avevamo partecipato alla privatizzazione di Charleroi, per fare insieme quell’intervento: agli occhi del sindacato tedesco era politicamente più accettabile una proprietà mista fra italiani e belgi. Poi, quando venne organizzata la privatizzazione dell’Ilva, ci fu chiesto di partecipare alla gara e, per questo, facemmo cadere la richiesta del governo tedesco”.
Claudio Riva: una visione industriale tra pubblico e privato
Nel contesto delle privatizzazioni europee, i Riva vennero invitati a partecipare alla gara per l’Ilva, un passaggio che segnò una svolta per il Gruppo. La loro esperienza internazionale, consolidata in Francia e Germania, confermava il ruolo della famiglia come protagonista dell’acciaio europeo. “Negli anni 80 e 90 siamo stati coinvolti in molte privatizzazioni in tutta Europa – continua Claudio Riva – Nessuno nega che sia legittima la posizione che, in alcune parti dell’economia e della società, debba esserci un peso fondamentale dello Stato. Noi, oggi, con Riva Forni Elettrici siamo ben inseriti in Francia e in Germania, dove la componente statale è essenziale”. L’equilibrio tra intervento pubblico e imprenditoria privata, ribadisce il Presidente, deve però essere garantito, evitando che il peso della regolamentazione si traduca in ostacoli alla crescita industriale. Oggi, Riva Forni Elettrici impiega circa 5.500 persone, con un fatturato aggregato di 4,6 miliardi di euro nel 2024. L’azienda continua a operare con una visione strategica che coniuga innovazione tecnologica e una forte radice industriale, mantenendo una presenza significativa nel mercato europeo dell’acciaio.