Renato Mazzoncini (A2A): “L’Italia può raggiungere il 59% di autonomia energetica entro il 2030”

L'AD di A2A Renato Mazzoncini è intervenuto al Green&Blue Festival: Italia tra i primi Paesi in Europa per potenziale rinnovabile, ma serve accelerare. Biometano e idrogeno verde restano nodi da sciogliere.

“L’Italia può farcela”: con queste parole Renato Mazzoncini ha sintetizzato la sua visione per il futuro energetico nazionale durante l’appuntamento milanese del Green&Blue Festival. L’AD di A2A ha presentato dati concreti e prospettive incoraggianti, dimostrando come il Paese possa sfruttare al meglio le proprie risorse – dall’acqua al vento, dal sole ai rifiuti – per costruire un sistema energetico moderno, efficiente e sempre più indipendente dalle importazioni estere.

 Renato Mazzoncini

Renato Mazzoncini: Italia leader nell’elettrone green, in ritardo sulla molecola verde

Sul palco del Green&Blue Festival 2025, ospitato dal Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A, ha delineato con approccio pragmatico quello che può definirsi un quadro della transizione energetica italiana. L’incontro, tenutosi in una cornice che evoca l’innovazione e il progresso scientifico, ha rappresentato l’occasione per fare il punto su una delle sfide più cruciali del nostro tempo. Il manager alla guida della Life Company ha esordito ricordando una situazione di partenza non semplice ma stimolante: “All’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, l’Italia era lo Stato europeo con la più bassa autonomia energetica in Europa“. Una condizione storica che ai primi del Novecento ha spinto il Paese – a fronte della mancanza di combustibili fossili autoctoni – verso soluzioni innovative come impiegare l’energia idroelettrica per le ferrovie elettrificate e i forni elettrici delle acciaierie. Oggi, però, questa stessa condizione di necessità si è trasformata in opportunità: l’AD di A2A ha sottolineato come il potenziale italiano risieda proprio nelle fonti rinnovabili, ambito nel quale il Belpaese si posiziona ai primi posti in Europa grazie ad acqua, vento, sole e rifiuti. L’obiettivo ambizioso ma raggiungibile è quello di conquistare il 59% di autonomia energetica attraverso le sole fonti autoctone. Dopo anni di incertezze anche il PNIEC ha delineato con chiarezza che la strada è questa. I numeri sono positivi: negli ultimi due anni si è registrata un’accelerazione significativa, con una produzione di 7-8 Gigawatt di rinnovabili all’anno. Tuttavia, Renato Mazzoncini non ha nascosto che esistono sfide che ancora attendono l’Italia nel percorso verso la decarbonizzazione. Se per raggiungere gli obiettivi al 2030 siamo a buon punto, particolarmente sul fronte della rete elettrica, la prospettiva al 2050 presenta ancora delle necessità di intervento. “Se si parla di 2050 decarbonizzato, al momento il Paese non ha tutti gli attrezzi nella cassetta“, ha ammesso con franchezza. Uno dei nodi riguarda la cosiddetta “molecola green“: biometano, carburanti sintetici e idrogeno rappresentano ancora territori o in cui persistono incertezze sia tecnologiche che economiche. Al contrario, sul fronte dell'”elettrone green” – fotovoltaico, idroelettrico ed eolico – l’Italia dimostra di essere sulla strada giusta.

Dalle economie di densità alle reti intelligenti: il futuro urbano secondo Renato Mazzoncini

Il discorso si è spostato poi verso il ruolo strategico delle aree urbane nella lotta ai cambiamenti climatici. Renato Mazzoncini ha spiegato come esse rappresentino i principali alleati nella decarbonizzazione, nonostante i crescenti livelli di concentrazione demografica che caratterizzeranno i prossimi decenni. Con una popolazione mondiale destinata a raggiungere i 9,5 miliardi entro il 2050 ma sempre più raggruppata nelle città, l’urbanizzazione offre paradossalmente delle soluzioni attraverso le economie di densità, purché si riesca a garantire una qualità della vita adeguata. È qui che entra in gioco l’innovazione tecnologica, ambito nel quale l’Europa e l’Italia rischiano di rimanere indietro. Il manager ha portato l’esempio dell’ecosistema italiano delle startup, che soffre per la mancanza di adeguate strutture di finanziamento. “Oggi uno startupper in Italia è come un eroe“, ha commentato, evidenziando le difficoltà ma anche il coraggio di chi decide di innovare nel nostro Paese. Un terreno fertile che A2A ha deciso di coltivare direttamente con 80 milioni di euro che sono stati dedicati al suo programma di Corporate Venture Capital e sei fondi che hanno investito in oltre 60 startup italiane e europee. Particolarmente interessante appare inoltre il progetto di guida autonoma sviluppato da A2A in collaborazione con il Politecnico di Milano e MOST. L’ambizione è quella di realizzare un modello di car sharing senza precedenti in Europa, mentre si lavora parallelamente allo sviluppo di reti sempre più smart. Il boom dei data center rappresenta un’altra frontiera di sviluppo: solo nella provincia di Milano, A2A ha ricevuto molte richieste di allacci, aprendo nuove possibilità di sinergia energetica attraverso il recupero del calore prodotto da questi impianti per il teleriscaldamento. Un altro esperimento concreto è partito a Brescia, dove un data center è stato collegato al sistema di teleriscaldamento cittadino. Infine, sulla questione cruciale del costo dell’energia, Renato Mazzoncini ha fornito dati e prospettive concrete: nel 2024, il 36% dell’energia elettrica italiana è stata prodotta utilizzando gas, una quota piccola ma che setta il prezzo dell’energia, evidenziando quanto sia necessario accelerare lo sviluppo delle rinnovabili per abbattere i costi. Allo stesso modo anche lo sviluppo di centrali a ciclo combinato ad alta efficienza, come quella di A2A a Monfalcone che raggiungerà il 63% di rendimento.

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