Pietro Labriola, Presidente di Asstel, ha scelto le colonne de “Il Foglio” per lanciare un messaggio chiaro: “Il settore delle Tlc è a un bivio e serve un nuovo equilibrio tra tecnologia e lavoro”. La sua lettera è un appello alla responsabilità condivisa tra imprese e sindacati per affrontare il cambiamento radicale che sta attraversando l’intera filiera.
Tlc italiane sotto pressione, Pietro Labriola: ora serve un nuovo equilibrio
Pietro Labriola fotografa un comparto messo sotto pressione da anni di crisi sistemica, compressione dei margini e investimenti non sempre ripagati. Tuttavia, proprio ora che si iniziano a intravedere segnali di ripresa, è il momento – sostiene – di agire insieme per accompagnare l’innovazione, non subirla. “Le aziende, in questi anni, hanno fatto la loro parte, continuando a investire e garantendo la stabilità occupazionale a discapito dei margini e della generazione di cassa – spiega l’AD – Ora, come Asstel stiamo lavorando per verificare le condizioni per riavviare nei prossimi giorni il confronto con i sindacati per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore”. Lo scenario globale è impietoso: milioni di posti di lavoro sono a rischio per effetto dell’automazione. McKinsey, Goldman Sachs, il World Economic Forum e la Banca d’Italia lo hanno messo nero su bianco: i ruoli più ripetitivi – anche nel mondo delle telecomunicazioni – sono i primi a essere colpiti. Nella filiera Tlc, secondo l’analisi di Asstel, le aree più vulnerabili sono il customer care, le operazioni di rete, il teleselling, il back office. L’Intelligenza Artificiale sostituirà progressivamente i compiti standardizzati, ma porterà anche nuove opportunità nei campi della manutenzione predittiva, del CRM evoluto, dell’analisi dati. “Le Tlc – ricorda Pietro Labriola – sono da sempre un settore ad alta intensità di lavoro umano, che necessita di competenze, flessibilità e resilienza”.
Pietro Labriola: “È ora di governare l’innovazione”
“Dobbiamo governare l’innovazione, non subirla passivamente”, scrive Pietro Labriola. Per questo, il nuovo contratto collettivo, che sarà “una leva di innovazione e crescita”, dovrà essere costruito attorno a quattro pilastri: formazione continua, valorizzazione delle competenze emergenti, introduzione della flessibilità coerente con i nuovi processi organizzativi e la creazione dei percorsi di carriera orientati all’innovazione. “Solo così potremo difendere davvero la centralità delle persone, dando loro la possibilità di crescere, contribuire e ricevere valore. Solo così l’azienda tornerà ad essere un luogo di sviluppo reciproco, dove il talento delle persone genera valore per tutti”, ribadisce Pietro Labriola. Il rinnovo del Contratto collettivo nazionale rappresenta quindi un’opportunità se diventa uno strumento capace di sostenere le imprese della filiera nelle profonde trasformazioni industriali e lavorative in atto. Il nuovo contratto dovrà quindi essere uno strumento strategico per gestire la transizione e sostenere le imprese nelle trasformazioni industriali.