Alessandro Benetton tra attualità geopolitica, scelte imprenditoriali e riflessioni personali

Un dialogo a tutto campo con Alessandro Benetton, tra preoccupazioni per il futuro del mondo, l’orgoglio di un percorso autonomo e la volontà di condividere esperienze che possano ispirare.

Nel pieno di un contesto globale instabile e spesso angosciante, Alessandro Benetton – fondatore di 21 Invest e autore del libro “Mai fermi” – riflette sul ruolo dell’imprenditore, sul suo rapporto con il padre Luciano e sull’importanza del dare voce a esperienze capaci di ispirare.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: “Un mondo instabile chiede responsabilità, serve un’Europa coesa

Nell’intervista rilasciata a “Mattino cinque”, Alessandro Benetton non nasconde le sue preoccupazioni per la situazione geopolitica attuale, sottolineando come l’instabilità globale debba spingere tutti – imprenditori compresi – a una presa di coscienza profonda: “Il momento attuale è di grande preoccupazione. Prima ancora di pensare che siamo imprenditori, dobbiamo pensare che siamo cittadini di questo mondo. Penso che il primo pensiero debba andare a chi soffre”. E sulla risposta del mondo economico e istituzionale aggiunge: “Serve un’Europa più coesa, con un progetto concreto. L’Europa deve avere un ruolo nel provare a rasserenare gli animi nel mondo”. Nel suo libro “Mai fermi”, Alessandro Benetton si definisce un “imprenditore di prima generazione”. Una frase che potrebbe sembrare una provocazione, ma che in realtà cela un percorso personale indipendente: “Sono uscito di casa molto presto – spiega – Sono stato il primo laureato della mia famiglia, ho studiato all’estero negli anni ‘80, sono stato il primo italiano alla Goldman Sachs. Ho fondato una mia attività, 21 Invest, senza aiuti diretti dalla famiglia. È per questo che mi definisco un imprenditore di prima generazione”. Un’affermazione che testimonia il desiderio di costruire qualcosa di proprio, senza adagiarsi sulla storia di una delle famiglie imprenditoriali più note d’Italia.

Alessandro Benetton: “La mia storia tra affetto, cambiamento e ispirazione

Inevitabile una riflessione sul legame con il padre Luciano, fondatore dell’impero Benetton e figura iconica degli anni ‘80: “Un rapporto affettivo diverso rispetto a quello che ho io con i miei figli, ma sempre segnato da grande affetto. Mio padre è stato un esempio per molti, anche se come tutti ha commesso degli errori. Il suo insegnamento più grande? La perseveranza”. Parlando del proprio ruolo di padre, Alessandro Benetton evidenzia una distanza generazionale nei modi di vivere l’affettività familiare: “Io ho avuto la fortuna di essere molto vicino ai miei figli durante una fase importante della loro vita. Gli abbracci con loro sono stati molto più numerosi rispetto a quelli che ho vissuto io. Ma penso sia anche un fatto di contesto generazionale”. Il nuovo libro “Mai fermi” è un’opera che va oltre l’autobiografia e che vuole offrire ispirazione e riflessione a chi affronta le sfide del cambiamento: “Il mio primo libro, “La Traiettoria”, nasceva come diario privato. Ma mi hanno convinto che alcune esperienze potevano essere condivise. Questo secondo libro nasce da un momento di profondo cambiamento professionale e personale, e contiene ricordi e momenti che per me sono stati motivanti”. Alessandro Benetton racconta infine anche delle “intersezioni” che la sua traiettoria personale ha avuto con personaggi straordinari: “Cito Giannini, italiano che ha fondato Bank of America. Emilie Flöge, musa di Klimt ma anche imprenditrice rivoluzionaria. E Michael Schumacher, che mi ha insegnato che per affrontare una curva al massimo della velocità e della sicurezza, bisogna guardare il più lontano possibile”.

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