Gianni Prandi, fondatore di Assist Group, ha evidenziato l’importanza dell’informazione per difendere uno dei più efficaci modelli di democrazia diretti, il referendum. Nel testo pubblicato su “L’Espresso” l’invito a ritornare alle urne il prossimo giugno.
L’articolo di Gianni Prandi a difesa del referendum
Il prossimo giugno, si apriranno le urne per votare sui referendum promossi dalla CGIL che riguardano l’abrogazione dei licenziamenti del Jobs Act, la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, l’eliminazione dell’uso indiscriminato dei contratti a termine, l’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro e il dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale per la richiesta di cittadinanza italiana. Tra i sostenitori della partecipazione alle consultazioni anche Gianni Prandi, fondatore di Assist Group, che ha pubblicato un articolo sul tema su “L’Espresso”. “Le consultazioni, spesso osteggiate dai partiti, hanno segnato alcune delle pagine più importanti della storia del Paese. Per questo si tratta di uno strumento che va difeso”, scrive, parlando della Costituzione come “una macchina meravigliosa, complessa come il meccanismo di un orologio che riesce a funzionare soltanto bilanciando pesi e contrappesi, ma progettata guardando ai tempi futuri”. Una Carta che, per guardare avanti, è stata realizzata facendo tesoro delle lezioni del passato, “cercando di impedire che il sistema degenerasse” con l’introduzione di uno speciale “freno d’emergenza”: il referendum. La sua missione? Difendere la libertà.
Gianni Prandi: rianimare la democrazia
Nell’articolo, Gianni Prandi non vuole soltanto promuovere il valore del referendum quale “efficace modello di democrazia diretta” o “bacchetta magica offerta ai cittadini per sciogliere i nodi irrisolti e obbligare la classe politica ad affrontare nuovi temi di discussione”. Il fondatore di Assist Group parla infatti di una crisi della democrazia, testimoniata dal boom di astensioni alle ultime elezioni. “Sempre più italiani disertano le urne e non si rendono conto di perdere così la libertà più importante: quella di voto”. Una “deriva rinunciataria” che può essere spezzata dalla partecipazione ai referendum. “Danno a ogni persona una chance di cambiare direttamente le cose, scavalcando la mediazione dei partiti – evidenzia Gianni Prandi – È un potere straordinario, tanto temuto dalla partitocrazia da averla spinta a lanciare campagne per invitare i cittadini ‘ad andare al mare’ e non partecipare all’unica consultazione in cui possono scegliere senza demandare il compito ai parlamentari”. Da qui il bisogno di aumentare l’informazione che ruota intorno alle consultazioni, nonostante si tratti di temi reali e importanti come i licenziamenti e la sicurezza nei luoghi di lavoro. “È necessario fare capire ai cittadini che referendum significa libertà: è l’unico strumento che permette di rimettere la volontà delle persone al primo posto e rianimare la democrazia”.