Impegnato a Madrid in una serie di importanti incontri, Alessandro Benetton ha avuto modo di confrontarsi con 150 studenti di IE Business School: ecco cosa ha raccontato ai futuri talenti dell’imprenditoria.
Di cosa ha parlato Alessandro Benetton a Madrid agli studenti di IE Business School
Ne aveva parlato anche nella lunga intervista per “Vite – L’arte del possibile” lo scorso novembre. Tra i numerosi temi su cui Alessandro Benetton fu chiamato a esprimersi anche i valori alla base della sua vision di business. “Essere imprenditore significa molto più che guidare un’azienda: significa saper ascoltare, adattarsi e creare connessioni tra persone e idee”, aveva spiegato sottolineando anche come le sue numerose attività social si inseriscono in questo percorso perché nate con l’obiettivo “di dialogare con i giovani, ascoltare le loro idee e creare uno scambio bidirezionale tra la mia generazione e quelle nuove”. Lo ha ribadito anche lo scorso 21 maggio intervenendo a Madrid a IE Business School, dove si è confrontato su discontinuità, leadership e valore condiviso con gli oltre 150 studenti che hanno preso parte all’evento. “Tornare in un ambiente accademico è sempre stimolante, soprattutto dopo le recenti conversazioni alla Columbia, Harvard e Bocconi all’inizio di quest’anno”, ha sottolineato in merito Alessandro Benetton.
Perché Alessandro Benetton ha ridato vita a UnHate Foundation
Nel corso dell’incontro, Alessandro Benetton ha condivso riflessioni ispirate dal suo percorso professionale, rifacendosi a quanto raccontato all’interno della sua autobiografia “La Traiettoria”. Inoltre, parlando dei numerosi progetti che promuove nell’ottica di incentivare i giovani talenti, ha avuto modo di ribadire anche il valore del rilancio di UnHate Foundation: con questa iniziativa si propone di coinvolgere le nuove generazioni in occasioni di crescita e sviluppo del proprio potenziale promuovendo solidarietà, inclusione sociale e sostenibilità attraverso progetti innovativi. “Vogliamo dare vita a un progetto fortemente innovativo in cui saranno i giovani a decidere per i giovani. Per questo abbiamo dato vita a un comitato scientifico la cui età media è 30 anni, coinvolgendo diversi ventenni. Da loro mi aspetto passione, creatività, voglia di costruire esperienze positive per i loro coetanei”, ha spiegato Alessandro Benetton.