Dopo aver ripercorso la “sua” storia ne “La Traiettoria”, Alessandro Benetton ritorna in libreria per raccontarne altre: storie “di persone straordinarie”, di sfide affrontate e vinte, di valori che possono essere di ispirazione per tanti. “Mai fermi. Otto punti fissi per la tua traiettoria” ruota intorno a un concetto tanto semplice quanto potente: imparare dagli altri per migliorare se stessi.
Alessandro Benetton: otto punti fissi per orientarsi nel cambiamento
Davanti a una sala gremita, rispondendo alle domande di Gianluca Gazzoli, l’imprenditore ha raccontato come “Mai fermi” si porti dentro “anni di riflessione, curiosità e ammirazione per chi mi ha spinto ad andare avanti, soprattutto quando stare fermo sembrava la scelta più facile”. Icone di creatività e innovazione che hanno fatto la differenza nell’ambito in cui sono riuscite a distinguersi e a farsi conoscere a livello internazionale: “Da Michael Schumacher a Emilie Flöge, il libro è una raccolta di lezioni tratte da vite straordinarie. Alcuni dei quali non ho mai incontrato, ma che hanno plasmato il mio modo di vedere il mondo”. E allo stesso modo il lettore può ritrovarci spunti di riflessioni su cui tracciare la propria traiettoria in un mondo che evolve di continuo e rapidamente.
Alessandro Benetton: un libro tra pubblico e privato
“All’inizio non pensavo che la mia esperienza potesse essere di ispirazione, poi ho capito che condividere le lezioni apprese può essere un gesto di valore”, ha spiegato Alessandro Benetton parlando del libro che è stato presentato lo scorso 17 giugno a Milano presso 21 House of Stories Navigli. Tra le otto storie che l’imprenditore racconta in “Mai fermi” una lo riguarda ancora più direttamente delle altre perché ha al centro i suoi tre figli. L’imprenditore infatti si sofferma sullo stretto rapporto che ha costruito negli anni con Agnese, Tobias e Luce: “In un momento in cui tutto era complicato sono stati una priorità che mi ha aiutato a rimettere le cose nella giusta prospettiva”. È anche questa infatti una storia che racconta di come affrontare momenti di trasformazione profonda. “Mi distraevano, nel senso migliore del termine: riportavano il focus su ciò che davvero contava”, ha spiegato anche in un’intervista su “Sette”.