Il tema della transizione energetica e come il GSE sia impegnato a raggiungerla sono stati i punti salienti dell’intervento di Paolo Arrigoni all’evento organizzato da Netweek in collaborazione con Confartigianato Monza-Brianza.
Paolo Arrigoni: le attività del GSE per favorire la transizione energetica
All’evento organizzato da Netweek in collaborazione con Confartigianato Monza-Brianza, che si è svolto lo scorso 16 maggio presso Fondo Brugarolo, è intervenuto anche il Presidente del GSE (Gestore Servizi Energetici) Paolo Arrigoni. L’energia è un fattore cruciale per lo sviluppo di un Paese e gli obiettivi di transizione energetica raggiunti fino ad ora possono essere vanificati dalla crescente domanda dei Paesi emergenti, “dove spesso si ricorre al carbone”. Le attività del GSE si estendono su quattro aree, come evidenziato da Paolo Arrigoni: monitoraggio, operatività, supporto e promozione. Il monitoraggio riguarda l’andamento della transizione energetica, per cui il GSE gestisce “circa 30 strumenti di innovazione per sviluppo di efficientamento energetico” sul fronte operatività. Gli strumenti a disposizione per l’efficientamento energetico necessitano di competenze, per questo il GSE offre attività di supporto e formazione che si estende sia alle PA che alle PMI.
Paolo Arrigoni: l’andamento delle rinnovabili e il tema del nucleare
“Se pensate che nel 2000 c’erano 4.000 impianti di generazione elettrica, oggi abbiamo 2 milioni di impianti”, ha proseguito Paolo Arrigoni, spostando il discorso sulle rinnovabili. La sicurezza energetica non può essere garantita solo dal fotovoltaico e dall’eolico, poiché questi impianti producono esclusivamente quando c’è sole e vento. “Alla fine del 2024 abbiamo installato 75 gigawatt di energia, solo di rinnovabili, la metà di fotovoltaico. Dobbiamo arrivare al 2030 ad aver 131 gigawatt, mancano 57 gigawatt”. Ottimi risultati sono riscontrati anche dalla diffusione del biometano — risorse generate da rifiuti e scarti vegetali — tramite cui decarbonizzare il settore dei trasporti. Ma il sistema energetico nazionale soffre ancora di qualche criticità, poiché “come Italia importiamo il 75% dell’energia che consumiamo, contro una media europea del 57%”, ha sottolineato Paolo Arrigoni. Riguardo al nucleare come elemento per la transizione energetica “tutti i Paesi che hanno il nucleare stanno pianificando nuovi investimenti e chi non lo aveva ha iniziato a investire. È una sfida che si può vincere facendo comunicazione giusta sul perché si debba raggiungere la transizione energetica”.